RELIGIOSITA’

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 La Religiosità

I monasteri (gompa) sono generalmente costruiti in luoghi appartati, in valli impervie, lungo un pendio roccioso, su cucuzzoli isolati, e possono essere di grandi dimensioni costituendo un mondo a sé stante, un’unità economica e religiosa autonoma. L’architettura è complessa ed articolata in edifici interni uniti da cortili, terrazze, corridoi. Dopo un periodo di decadimento dovuto all’esilio del Dalai Lama, grazie all’impulso di eminenti abati il lamaismo ha ripreso energia in molte valli indiane tibetane e, grazie anche al flusso turistico, si provvede ora al restauro degli antichi monasteri in rovina. Alcuni di essi hanno investito parte delle offerte ricevute nella costruzione di piccoli alberghi e ristoranti per i pellegrini. Davanti ai monasteri, nei campi ed in prossimità dei villaggi, a cavallo dei sentieri, vengono costruiti i chorten o stupa (stante a significare ’ricettacolo della legge’), che riproducono nella loro struttura, costituita da cinque elementi geometrici sovrapposti, l’ordine cosmico. Ce ne sono di piccoli e di molto grandi, ma solo quelli all’interno dei monasteri contengono le ceneri del Rimpoche (uomo santo), tutti gli altri sono puri luoghi di culto. Vicino agli stupa vengono costruiti i muri mani di varia altezza e lunghezza, sui quali i pellegrini lasciano pietre incise con preghiere, con immagini di Buddha o di chorten. Sugli alti passi, ma anche davanti alle case, si trovano le bandiere di preghiera che hanno al centro la figura di un cavallo circondato dai quattro animali mitici – il leone delle nevi, il garuda, il drago e la tigre – e possono essere appese ad un lungo palo (lung-ta) o ad un filo (jur-dar) e su cui è stampato il mantra «om mani padme om» o altre preghiere auguranti lunga vita. Per la festa di Capodanno Log-Sar, la maggiore delle festività del calendario tibetano , le vecchie bandiere di preghiera vengono bruciate e sostituite da nuove. I fedeli tibetani impugnano il chokhor, piccolo cilindro in rame contenente un mantra, che fanno ruotare recitando il rosario dai 108 (numero sacro) grani, mentre all’ingresso dei templi sono posti cilindri della preghiera di piccole o grandi dimensioni, in legno, in pietra e in metallo, che recano incise le formule rituali e al cui interno cavo sono posti foglietti con i mantra.

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